Libere riflessioni tratte dalla pubblicazione
“INVISIBILI COME DIO PADRE”
Indice
Lettera alla Città di Piombino
Intervista realizzata da Diego Giardullo
Acciaierie Cevital: una narrazione credibile ? - 29 0tt0bre 2015
Noi piombinesi e la transumanza sociale - 20 novembre 2015
Noi piombinesi ed il Sindaco Massimo Giuliani – 05 dicembre 2015
Lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi – 06 dicembre 2015
Tavola rotonda sulla siderurgia – 05 marzo 2016
La crisi di Piombino in rapporto al Discernimento – 24 maggio 2017
Acciaieria Jindal: seconda narrazione credibile ? - 28 agosto 2018
Confronto sulla Siderurgia: libere riflessioni – 10 maggio 2019
UNO PSICOLOGO PER PIOMBINO
Introduzione
Perdita Identità Siderurgica
Storytelling : trappola narrazione credibile
Marcello D’ Orta : Io speriamo che me la cavo
Samuel Beckett : En attendant Godot ( Aspettando Jindal )
Mistero Buffo : La Crisi Siderurgica di Piombino lunga quarant’anni
Piombino : La Città degli Ingannati ?
LETTERA ALLA CITTA' DI PIOMBINO
PIOMBINO 25 Settembre 2015 - Noi Ultimi, Persone Disabili Gravissime ed i nostri Familiari “temiamo l’isolamento” in cui ci ha cacciato questa spaventosa Crisi Globale.
Nel tentativo di ritenerci ancora parte di questo tessuto sociale, affinchè “Nessuno di noi venga mai abbandonato” riteniamo necessario offrire un contributo di Libere Riflessioni, in completa autonomia ed indipendenza, in rapporto ai problemi Politici, Economici e Sociali che affliggono la nostra Città.
Auspichiamo che non venga mai meno, quel sentimento di appartenenza e di coesione sociale ,che ci ha consentito sin qui, di sopravvivere insieme con TUTTI VOI.
A nome e per conto www.dirittovitadignitosa.it
Alberto Guerrieri
Intervista di Diego Giardullo
Buongiorno a tutti. Oggi siamo con Alberto Guerrieri, ex responsabile della Ricerca nell’Area di Laminazione dello Stabilimento di Piombino: dal treno Rotaie all’impianto Vergella.
Nel momento in cui Rebrab è venuto a Piombino c’è stata una grande enfasi. E’ stato accolto in maniera positiva. Perchè invece in quel periodo ti sei mosso con posizioni critiche riguardo al progetto Rebrab ?
Perchè quando venne per la prima volta a Piombino il Sindacalista Landini e fece un comizio in via Ferrer, lo accolsi con queste parole: “ Lei Sig. Landini è venuto a Piombino con il “ Cappellino” della Protezione Civile ? Naturalmente si risentì. “ In che senso esclamò.
Spiegai che quando c’è un terremoto la Protezione Civile interviene per salvare il numero max di Vite umane. Così penso che Lei sia venuto a Piombino per salvare il numero max di posti di lavoro.
E ci viene con un ritardo di circa venticinque anni ?
Evidenziai che quando giunse a Piombino l’Ing. Walker al quale fu affidata la gestione dello Stabilimento, la prima cosa che fece fu quella di chiudere la “ Ricerca” nelle aree dell’Altoforno, dell’Acciaieria e della Laminazione. Nella qualità di responsabile della Ricerca di tutta l’Area di Laminazione, dalle Rotaie al Treno Vergella, feci questa semplice riflessione: Se aboliamo la ricerca in tutte le aree dello Stabilimento, chiudiamo la finestra sui nuovi tipi di acciaio e sui nuovi Impianti e sulle nuove Tecnologie per produrlo. In questa prospettiva il nostro Stabilimento non ha futuro. E’ destinato a divenire un vuoto a perdere.
La conferma di questa semplice riflessione ce l’ebbi quando venne a Piombino l’Ing. Lucchini .
Cosa fece? Anzichè investire nello Stabilimento de localizzò la produzione in Polonia.
Cosa voleva significare?
Voleva significare che investire nella Siderurgia in Italia, già allora, non era più conveniente.
A conferma di questo resta il fatto che nel 2016, quando è stato presentato il Progetto trentennale sul Futuro della Produzione Siderurgica Mondiale, è emerso che a livello Globale è previsto un incremento produttivo di circa 500 Milioni di tonnellate acciaio ma che il 90 % di detto incremento verrà prodotto nei Paesi in via di sviluppo.
Quindi già nel 2016 era chiaro che lo Stabilimento di Piombino era destinato ad essere un vuoto a perdere.
Ma già prima mi ero attivato scrivendo ; Acciaieria Cevital: una narrazione credibile?
Ho cercato di coinvolgere la Città di Piombino su una riflessione critica in contrapposizione alla “Narrazione Credibile”che ci veniva proposta. Purtroppo la “Narrazione” è un’esigenza umana. Tutti noi abbiamo bisogno di sperare in qualcosa di diverso dalla realtà che viviamo, qualcosa di sereno e positivo. E la Politica in queste circostanze se ne appropria e ci propone Narrazioni credibili.
Alberto a dicembre Jindal nella qualità di nuovo proprietario deve presentare il nuovo Piano Industriale. Secondo te che hai esperienza in campo, che cosa può essere presentato realisticamente come futuro per questa Città e per lo Stabilimento di Piombino ?
Penso questo. Basta leggere la stampa. L’articolo di “ La Repubblica” di qualche giorno fa riferisce che la produzione di Taranto viene dimezzata passando da otto milioni di tonnellate / anno previste, a quattro milioni di tonnellate / anno.
Cosa voglio significare? Chiunque si venga a trovare nelle condizioni di Jindal , dovrà prendere atto che rispetto a questa Crisi Siderurgica Globale, la Cina ridurrà la produzione di circa 145 milioni di tonnellate/ anno, da qui al 2030 nella considerazione che l’80 % di questi 145 milioni, interesserà la produzione di acciai prodotti con ciclo Integrale con la conseguenza di fermare gli Altoforni.
In questa realtà, in questo contesto, l’investimento previsto per Piombino superiore al Miliardo di euro, destinato alla nuova e moderna Acciaieria per una futura produzione di circa 3 milioni tonnellate / anno di acciaio, nel contesto di questa Crisi Siderurgica Globale che coinvolge tutto il Mondo, non è ritenuto un investimento conveniente. E’ questa la realtà.
Provo amarezza perché questi concetti, queste riflessioni critiche ho cercato di divulgarle sena successo. Un lavoro inutile. Per questo provo amarezza.
Per quanto riguarda il futuro di quanto è rimasto a Piombino, credo che un contributo, una riflessione competente la offrano gli amici di Camping Cig, Articolo 1. Colgo l’occasione per salutarli. Sono Persone serie che hanno affrontato da qualche anno questo problema cercando di prevedere alternative nel caso in cui la nuova e moderna Acciaieria a Piombino non verrà realizzata.
Ti ringrazio Alberto per la tua opinione e la tua esperienza.
No! Ringrazio tutti Voi per la visibilità che con questa intervista avete offerto all’Associazione
“Diritto Vita Dignitosa”. Grazie tante .
Acciaieria Cevital:
una narrazione credibile?
PIOMBINO 29 Ottobre 2015 - Pur nella consapevolezza che l’attuale contesto di una crisi globale impone a tutti un alto senso di responsabilità civica e morale, finalizzato a non drammatizzare criticità esistenziali come la perdita di lavoro che determina insicurezza ed in casi estremi, persino perdita di coesione sociale, “si salvi chi può”, è giusto evidenziare che mai, come in questi ultimi anni, la Politica viva momenti di tensione e scarsa stima. Tutto questo non aiuta. Genera inquietudine ed inutili polemiche, come testimonia la cronaca del IL TIRRENO del 21settembre 2015 “…il sindacato FIOM replica al Sindaco di Piombino”.
Colpa di una crescente diffusione di promesse non mantenute e percepite come il tentativo di manipolare la realtà, attraverso una sorta di “Narrazione Credibile”.
La “Narrazione Credibile” per gli esseri umani, è un’esigenza esistenziale, è qualcosa di irrinunciabile, non fosse altro per tentare di immaginare una vita migliore. Il limite di ogni “Narrazione Credibile” è che non sono proposti “Fatti Concreti e Verificabili” ma una serie di “Possibilità” a loro volta subordinate ad “Eventi Futuri”.
Stando così le cose, impossibile esprimere valutazioni critiche sulla “Narrazione Cevital” e sui riflessi economici ed ambientali nell’interesse di tutta la Val di Cornia.
In attesa di conoscere gli accordi sottoscritti con il Governo, sarebbe auspicabile che chi di competenza, si facesse carico di mettere in fila almeno i FATTI che hanno determinato il passaggio dello Stabilimento Siderurgico di Piombino alla Società Lucchini prima, per cederlo a Cevital dopo. Sino a quando non verranno resi comprensibili questi passaggi, la gente continuerà a non comprendere cosa ci è accaduto e perché. Privati di una oggettiva riflessione critica, sarà difficile comprendere cosa ci sta accadendo e quali prospettive di sviluppo potranno concretizzarsi nel nostro territorio. Di fronte alla complessità di un cambiamento strutturale con riflessi economici, sociali e politici che coinvolgeranno l’intera comunità della Val di Cornia, le convinzioni ideologiche dovrebbero lasciare spazio a riflessioni critiche, lontane dal coinvolgere in inutili polemiche il nuovo Sindaco di Piombino Massimo Giuliani, oltretutto a fronte di responsabilità che attengono le precedenti Amministrazioni.
Si inizi invece a riflettere sul fatto che qualsiasi accordo di Governo, non potrà prescindere dalle Leggi e dalle Regole di Mercato. E che la realizzazione di una “Moderna e Competitiva Acciaieria” passa inevitabilmente attraverso precise Definizioni:
- Mix qualitativo e dimensionale
- Impianti necessari
- Costo complessivo della realizzazione
- Tempi di realizzazione ed avviamento produzione
- Tempi per l’Ammortamento della Spesa Sostenuta
Purtroppo quest’ultima questione è conseguente a variabili indipendenti, attinenti alla continua evoluzione tecnologica della Produzione acciai e conseguentemente, alla variazione dei costi di produzione in relazione ai livelli qualitativi da raggiungere. Elementi questi che “Tolgono Sonno” ad ogni Imprenditore responsabile che si ponga la domanda:
La Nuova e Moderna Acciaieria di Piombino, considerando il rapporto “Costo-Ricavo” dello investimento ed i tempi oggettivi della realizzazione ed avviamento impianti, trascorsi gli anni necessari per la suddetta realizzazione, risulterà ancora un Investimento Economicamente Sostenibile in rapporto al fluttuare del Mercato Siderurgico Mondiale?
La credibilità della “Narrazione Cevital” va ricercata essenzialmente in questa domanda.
NOI PIOMBINESI E
LA TRANSUMANZA SOCIALE
PIOMBINO 20 novembre 2015 – Educati all’obbedienza, abbiamo passivamente sottovalutato i contraccolpi della Globalizzazione anche quando la convenienza per la Società Lucchini è stata quella di delocalizzare la produzione Siderurgica in Polonia, persino inviandoci tecnici di Piombino a trasferire le nostre esperienze siderurgiche. Nessun Organo Sindacale e/o Politico, preposto alla salvaguardia e tutela dei posti di lavoro, ha trovato alcun che da obiettare.
Difficile in questo contesto diffondere un clima di serenità e di fiducia. Prevale la diffusa percezione di essere governati da troppo tempo da Persone incapaci di fronteggiare le Criticità Sociali. E qualsiasi lodevole iniziativa, compresa quella recente di un Consigliere Comunale che ha analizzato fatti concreti per sostenere la necessità di elaborare un così detto “Piano B”, ha sortito l’effetto opposto alla finalità di trasmettere la percezione che almeno qualcuno, avendo chiare le criticità di Piombino, si è fatto carico di proporre una soluzione.
Ciò che è prevalso invece è la percezione, o meglio ancora, la prova provata che le precedenti Amministrazioni almeno negli ultimi decenni, non abbiano recepito la necessità di costituire una Organizzazione Autorevole e Competente facente riferimento ad un Sistema di Coordinamento costituito da tutti i Sindaci della Val di Cornia, da tutte le Autorità locali con un filo diretto con la Gente Comune, lanciando messaggi trasparenti e specifici.
Sarebbe interessante interrogare il SISTEMA PIOMBINO, quello che ci ha governato nell’ultimo ventennio, quel complesso Sistema di rapporti e relazioni tra Ambienti Politici, Sindacali, Imprenditoriali e Massonici, insomma chi in concreto ha governato la nostra Città, ritenendo utile e vantaggioso affidare il Governo al così detto “Uomo Chiave” definito da un quotidiano nazionale
“Il Signor Podestà”. Poiché i risultati sono sotto gli occhi di tutti, si rende necessario conoscere quali valutazioni, quali strategie, quali azioni siano state considerate ed intraprese per evitare una prevedibile perdita di posti di lavoro nel settore Siderurgico, con inevitabili ripercussioni Sociali in tutta la Val di Cornia.
Che piaccia o no, è un passaggio obbligato ed ineludibile, senza il quale la Gente comune continuerà a non comprendere “Cosa ci è accaduto e Perché”. Privare la Città di questa oggettiva ed ineludibile riflessione critica, renderà impossibile comprendere cosa ci sta accadendo e quali prospettive di sviluppo potranno concretizzarsi nel nostro territorio.
E’ un passaggio obbligato prima di iniziare un “Nuovo Percorso”. Una sorta di TRANSUMANZA SOCIALE oltretutto IRREVERSIBILE. Siamo consapevoli che nulla sarà come prima. E sappiamo anche che a differenza delle classiche transumanze, quando il Pastore conosceva dove condurre il Gregge verso pascoli ricchi di acqua, nel corso dell’attuale TRANSUMANZA SOCIALE, prevale una diffusa Ansia ed Insicurezza. Il SISTEMA PIOMBINO che non è riuscito a prevenire criticità vitali come la perdita di posti di lavoro, ne esce completamente sfiduciato con il rischio di innescare una Crisi Sociale. Verrà meno quella Passiva Sottomissione che ha consentito di Governare tranquillamente questo territorio per un intero ventennio. La Sfiducia non può che determinare il rischio di una perdita della Coesione Sociale.
E’ esattamente ciò che le Persone Disabili Gravissime ed i loro Familiari temono maggiormente in conseguenza del fatto che ognuno cercherà di risolvere individualmente le personali criticità esistenziali. Cresce il timore che si verrà a formare una enorme Faglia Sociale che separerà il Continente di chi ce la fa, dal Continente di chi non ce la fa.
Nasce così la rabbia, le contestazioni e soprattutto la ricerca di un Capro Espiatorio. E poco importa se a farne le spese sarà il nuovo Sindaco Massimo Giuliani, oltretutto a fronte di responsabilità che concretamente attengono le precedenti Amministrazioni.
Alberto Guerrieri
Noi Piombinesi ed
il Sindaco Massimo Giuliani
PIOMBINO 5 Dicembre 2015 - La crisi che stiamo attraversando rischia di coinvolgere “Noi Piombinesi” in una sorta di transumanza sociale, aggravata dal paradosso di vivere con ansia questo difficile percorso, perché non riusciamo ad immaginare una destinazione certa. Ed il fatto di ritrovarsi senza un punto di riferimento, dopo aver accettato passivamente che il Sistema politico, sindacale e religioso di Piombino, agisse in quest’ultimo decennio, come un unico blocco compatto affidato ad un “Uomo Chiave”, definito da un giornalista del “Sole 24 ore”, Podestà, certamente non aiuta. Comunque sia, di fronte a questa provocazione, “Noi Piombinesi” non abbiamo reagito, a testimonianza che questo metodo di gestione, se non proprio condiviso, era comunque accettato passivamente da tutti.
In questo senso non trova giustificazione l’insistenza delle ripetute contestazioni nei confronti del nuovo Sindaco Massimo Giuliani, da alcuni fischiato durante la manifestazione del 2 dicembre a Piombino. Resta oggettivamente difficile attribuite precise responsabilità al nuovo Sindaco, a fronte di una crisi di sistema, mai vissuta prima. Crisi che le precedenti Amministrazioni non sono state all’altezza di prevenire e gestire, con iniziative atte ad evitare la disastrosa conseguenza della chiusura dello Stabilimento Siderurgico di Piombino. Chiare indicazioni che lo Stabilimento Siderurgico di Piombino fosse destinato ad essere un vuoto a perdere, risalgono alla fine degli anni ottanta. Si è finto di ignorare che lo stesso Lucchini, anziché investire nello Stabilimento di Piombino, abbia ritenuto conveniente delocalizzare la produzione in Polonia. Quindi, già allora, risultava evidente il tragico destino dello Stabilimento Siderurgico di Piombino.
Ciò premesso, “Noi Piombinesi”, dobbiamo chiederci come sia stato possibile, che nonostante tutto questo, un elemento antropologico, abbia finito per privilegiare le narrazioni credibili delle precedenti Amministrazioni, determinando una sorta di rifiuto di questi fatti concreti.
La psicologia sociale ha ben noto questo meccanismo perverso. Si manifesta soprattutto quando la gente smarrisce se stessa, quando non trova più un riferimento certo verso cui dirigersi. Nasce così quell’immaginario collettivo di sentirsi al sicuro quando affidiamo ad un “Uomo Chiave”, la soluzione dei nostri problemi. Di fatto rinunciamo ad ogni forma di riflessione autocritica, come un gregge che segue fiducioso il suo Pastore. In questo senso
“Noi Piombinesi” siamo corresponsabili di quanto ci sta accadendo. Per questo ci sentiamo smarriti e persino pronti ad accettare condizioni di lavoro, con una sostanziale sottomissione alle nuove regole di mercato, che di fatto, risultano restrittive dei diritti sindacali in precedenza acquisiti. In un certo senso, siamo orfani della verità che innesca una crisi di identità e di fiducia in noi stessi. Deprimente la visione di giovani operai, durante la manifestazione tenutasi a Piombino il 2 dicembre. Con una mano tenevano impugnato un tubo di alluminio che sosteneva bandiere di colori diversi. Predominava il rosso. Con l’altra mano tenevano sul petto un cartello con sopra scritto “SONO UN CASSAINTEGRATO”.
Imbarazzo ed umiliazione espressi da occhi smarriti. Quasi la consapevolezza di una dignità perduta. Allora questa verità, per quanto qualcuno tenti di manipolare, resta pur sempre la verità da cui occorre ripartire. Dobbiamo trovare il modo di raccontare questa verità con la nostra voce, riconoscendo di aver sottovalutato per troppi anni, i segnali di una crisi globale che avrebbe finito per coinvolgerci. Abbiamo delegato altri, ad essere al centro di scelte che predisponevano il futuro non solo di” Noi Piombinesi”, ma dell’intera Comunità della Val di Cornia. E’ già stato evidenziato che resta impossibile, nelle attuali condizioni, prevedere quali cambiamenti economici, sociali e politici, condizioneranno nel prossimi 50 anni, l’intera Comunità della Val di Cornia. E che piaccia o no, dobbiamo riconoscere che il Sistema politico, sindacale e religioso di Piombino, come un unico blocco compatto, affidato ad un “Uomo Chiave”, non ha funzionato. Ma soprattutto dobbiamo ancora riflettere, come sia stato possibile, privilegiare narrazioni credibili e felici, quando tutto intorno a noi, preannunciava una crisi globale spaventosa, mai conosciuta prima.
Lettera al Presidente
del Consiglio Matteo Renzi
p.c. Pres. Reg. Toscana Enrico Rossi
p.c. Ass. Reg.le Sanità Stefania Saccardi
Oggetto: Noi Piombinesi e la questione siderurgica.
PIOMBINO 16 Dicembre 2015 - Per uscire dall’isolamento in cui questa spaventosa crisi globale ha cacciato le Persone Disabili Gravissime e noi Familiari, per sentirci ancora parte di questo tessuto sociale, nella speranza che nessuno di noi verrà abbandonato, abbiamo ritenuto necessario offrire un contributo di idee e riflessioni (vedi ns. sito alla voce “Si salvi chi può” ), in relazione ai problemi che affliggono il contesto entro cui viviamo. Temiamo che venga meno, quella coesione sociale che ci ha consentito, sin qui, di sopravvivere.
La chiusura dello Stabilimento Siderurgico di Piombino è DISASTROSA per l’intera Comunità della Val di Cornia. E’ già in atto una sorta di RESA DEI CONTI, per la attribuzione delle Responsabilità. Ognuno descrive una realtà, finalizzata ad individuare un Capro Espiatorio.
Non si percepisce quell’ AUTOREVOLEZZA rappresentata dalla Necessaria Sinergia tra Governo, Regione, Provincia, Comune, Sindacati Nazionali e Locali ecc. insomma da Chi di Competenza, al fine di trasferire un minimo di speranza a coloro che dovranno affrontare una sorta di TRANSUMANZA SOCIALE, oltretutto aggravata dall’ansia di non aver punti certi di riferimento, verso cui dirigersi. Regna il CAOS, che consente ad ognuno di interpretare la realtà secondo le personali convenienze.
Difficile pensare che in questo turbinio di attribuzioni di responsabilità, qualcuno abbia interesse a fare chiarezza. Magari riconoscendo che già alla fine degli anni ottanta, 25 anni fa, era prevedibile che gli effetti negativi della Globalizzazione avrebbero finito per coinvolgere anche il nostro Stabilimento. Prova ne sia che lo stesso Lucchini, anziché investire nello Stabilimento di Piombino, già allora ritenne più conveniente de localizzare la produzione in Polonia.
Difficile pensare che qualcun altro riconosca che in quest’ultimo decennio, il Sistema Politico, Economico, Sociale di Piombino, costituitosi in un unico blocco compatto, affidato ad un “Uomo Chiave” che un giornalista del “Il Sole 24 Ore” osò definire “Podestà”, riconosca che non è stato all’altezza di prevenire e gestire, con le necessarie iniziative politiche e quant’altro di competenza, la definizione di azioni atte ad evitare la chiusura dello Stabilimento Siderurgico di Piombino.
Abbiate il buon senso di recepire lo smarrimento di chi non riesce ad immaginare il proprio futuro. Abbiate il buon senso di selezionare competenze autorevoli per la definizione di un concreto Piano Economico e Sociale di Piombino. Si eviti almeno di essere lasciati alla mercé di certi personaggi che non amano apparire, ma che stupiscono per la loro assertività senza complessi, nell’individuare “Nuove Linee di Attività e Sviluppo”, più adeguate ad “Altri Tipi di Vocazioni”.
Moltissimi di noi, ponendosi la domanda “La Vocazione di CHI ?”, non riescono più a conciliarsi con il sonno.
a Tutti, auguri di serenità
a nome e per conto www.dirittovitadignitosa.it
Alberto Guerrieri
TAVOLA ROTONDA SULLA SIDERURGIA
Alberto Guerrieri
PIOMBINO 5 marzo 2016 - Chiunque abbia partecipato a questa iniziativa, nella speranza di cogliere certezze relative alla nuova e moderna Acciaieria Cevital, ha provato un’imbarazzante sofferenza. La concretezza dell’introduzione del Presidente Preite, in riferimento ad un Convegno tenutosi a Milano sulle Prospettive della Siderurgia italiana a quindici anni, quindi sino al 2030, ha imposto la prevalenza della ragione, sull’ottimismo della volontà. A fronte di un incremento della produzione mondiale di ca.500 Milioni di tonnellate annue, il 90% della produzione avverrà nei paesi in via di sviluppo. Segue uno scenario ancora più drammatico riferendo la manifestazione da parte degli operai di ben 18 Paesi europei, contro il riconoscimento dello Status di economia di mercato alla Cina.
Nel proseguo di questa analisi, sono riferiti dati allarmanti della Cina; un Miliardo e quattordici Milioni di tonnellate annue che hanno determinato la necessità di rovesciare i loro acciai sui mercati europei a prezzi stracciati.
Le relazioni che hanno fatto seguito all’introduzione del Presidente Preite,
alcune nel solco della narrazione politica, altre più puntuali e riflessive, non sono comunque riuscite a ribaltare la prevalenza di un diffuso pessimismo della ragione, contrapposto all’ottimismo della volontà.
Forse è per questa diffusa percezione negativa che gli organizzatori non hanno concesso al pubblico alcun intervento. Una scelta che rispettiamo, ma non condividiamo nel contesto di una Tavola Rotonda. Anche perché, con senso di responsabilità, era mirata a superare inutili contrapposizioni e polemiche.
Finalmente è stato chiarito e confermato che la Narrazione della nuova e moderna Acciaieria Cevital, potrà o meno, concretizzarsi a Piombino rapportandosi esclusivamente alle Leggi in vigore, alle Regole del Mercato nel solco della Convenienza dell’ingente investimento economico, in rapporto al fluttuare della produzione del mercato mondiale.
PIOMBINO 24 Maggio 2017 - Il Discernimento è una Regola spirituale adottata dai Padri Gesuiti. E’ finalizzata a discernere, distinguere ed analizzare per poter fare scelte responsabili e consapevoli.
Recentemente Papa Francesco, nel solco della Regola, ed in riferimento a “Fatti Concreti”, non ha avuto esitazione nel rilevare e denunciare i danni della globalizzazione e l’inefficacia della politica difronte alle troppe ineguaglianze dell’economia globale, evidenziando che la mancanza di lavoro non è più tollerabile perché lascia senza futuro le nuove generazioni.
Nasce da qui l’idea, nel solco del Discernimento, di tentare un’analisi di come potrà evolversi nel contesto di questa devastante crisi globale, la crisi vissuta nella nostra Città: il passaggio dal vecchio al nuovo.
Il caso Cevital: osservando alcune foto del Sig. Rebrab, se ne trae l’impressione di un uomo capace, di forte temperamento, non fosse altro per essersi strutturato e realizzato in Algeria. Un Paese da una storia complessa e difficile. Probabilmente d’istinto, ha compreso che avrebbe potuto accrescere la sua credibilità rapportandosi con rappresentanti politici e sindacali privi di adeguata esperienza ed autorevolezza. Il fatto è emerso con la commedia tragico-comica del Ringraziamento (Grand Merci) organizzato a Venturina. Un atto di sottomissione politica e sindacale difronte ad un Imprenditore che sorridendo sembrava dire: fidatevi di me…
Il tramite per risolvere lo smarrimento di quanti hanno perso la certezza di un lavoro. Persona fisica e simbolica capace di restituire alla Città di Piombino una continuità siderurgica immutabile ed impermeabile alle crisi della globalizzazione.
E’ mai possibile che a nessuno sia passato per la mente un ragionevole dubbio, l’esigenza di una analisi critica in rapporto ad un progetto siderurgico, anni luce lontano dalle dinamiche della globalizzazione? Un’ipotesi medievale se rapportata a sistemi innovativi, aperti, dinamici e pragmatici che basano le loro proiezioni e gli ingenti investimenti economici sulla base di lunghi studi ed analisi approfondite di mercato.
Possibile che nessuno abbia colto, nel mondo, la tendenza a previlegiare la delocalizzazione della produzione siderurgica nei Paesi in via di sviluppo anziché investire nell’esistente, per poi rimanere fermi in una realtà ritenuta immutabile?
Oltretutto nel contesto di una crisi politica europea che sottrae fiducia e speranza nel concetto di Europa, nostra Casa Comune. Una politica che ha perso rappresentatività quando viene percepito che la Finanza condiziona e determina certe scelte politiche. Allora che senso ha parlare di Bipolarismo anziché Tripolarismo, destra contro sinistra, conservatori contro progressisti, quando tutto si mescola e si confonde, quando i principi, i valori, le ideologie degli uni e degli altri sono percepiti, e/o peggio, risultano asserviti e subordinati alle scelte finanziarie? Renzi è stato pronto ad interpretare questa nuova realtà. Non ha avuto alcuna esitazione ad abolire l’articolo 18, fare il patto del Nazareno, spalmare contributi a pioggia, nel solco della narrazione credibile finalizzata a raccogliere consensi sia da destra che da sinistra, ormai tutti svincolati dalla coerenza di tutelare principi, valori e riferimenti ideologici.
E nel solco di questa nuova realtà, in Francia, Macron è stato altrettanto pronto a realizzare in brevissimo tempo un partito deideologizzato: en marche!
Il problema per le prossime generazioni è comprendere “Verso Dove” sino a quando il futuro della Democrazia e della Coesione sociale in Europa continuerà ad essere insediato da guerre, dalla emergenza immigrati, dal terrorismo, dalla personale incolumità, dalla legittima difesa, dalla evasione fiscale, dalla delocalizzazione delle attività produttive nei paesi in via di sviluppo, dalla dilagante disoccupazione che uccide l’idea di un futuro sereno.
Forse per questo, sono poco interessato al nuovo film di Walter Veltroni: Indizi di felicità.
Avrei preferito che qualcuno si facesse carico di educare le nuove generazioni ad un diverso approccio culturale in rapporto con la realtà. Utilizzare il Discernimento per tentare di immaginare il futuro su basi pragmatiche: il divenire di ciascuno, distinto e separato dalla narrazione di una realtà credibile ed immutabile.
La crisi di Piombino in rapporto al
DISCERNIMENTO
PIOMBINO 24 Maggio 2017 - Il Discernimento è una Regola spirituale adottata dai Padri Gesuiti. E’ finalizzata a discernere, distinguere ed analizzare per poter fare scelte responsabili e consapevoli.
Recentemente Papa Francesco, nel solco della Regola, ed in riferimento a “Fatti Concreti”, non ha avuto esitazione nel rilevare e denunciare i danni della globalizzazione e l’inefficacia della politica difronte alle troppe ineguaglianze dell’economia globale, evidenziando che la mancanza di lavoro non è più tollerabile perché lascia senza futuro le nuove generazioni.
Nasce da qui l’idea, nel solco del Discernimento, di tentare un’analisi di come potrà evolversi nel contesto di questa devastante crisi globale, la crisi vissuta nella nostra Città: il passaggio dal vecchio al nuovo.
Il caso Cevital: osservando alcune foto del Sig. Rebrab, se ne trae l’impressione di un uomo capace, di forte temperamento, non fosse altro per essersi strutturato e realizzato in Algeria. Un Paese da una storia complessa e difficile. Probabilmente d’istinto, ha compreso che avrebbe potuto accrescere la sua credibilità rapportandosi con rappresentanti politici e sindacali privi di adeguata esperienza ed autorevolezza. Il fatto è emerso con la commedia tragico-comica del Ringraziamento (Grand Merci) organizzato a Venturina. Un atto di sottomissione politica e sindacale difronte ad un Imprenditore che sorridendo sembrava dire: fidatevi di me…
Il tramite per risolvere lo smarrimento di quanti hanno perso la certezza di un lavoro. Persona fisica e simbolica capace di restituire alla Città di Piombino una continuità siderurgica immutabile ed impermeabile alle crisi della globalizzazione.
E’ mai possibile che a nessuno sia passato per la mente un ragionevole dubbio, l’esigenza di una analisi critica in rapporto ad un progetto siderurgico, anni luce lontano dalle dinamiche della globalizzazione? Un’ipotesi medievale se rapportata a sistemi innovativi, aperti, dinamici e pragmatici che basano le loro proiezioni e gli ingenti investimenti economici sulla base di lunghi studi ed analisi approfondite di mercato.
Possibile che nessuno abbia colto, nel mondo, la tendenza a previlegiare la delocalizzazione della produzione siderurgica nei Paesi in via di sviluppo anziché investire nell’esistente, per poi rimanere fermi in una realtà ritenuta immutabile?
Oltretutto nel contesto di una crisi politica europea che sottrae fiducia e speranza nel concetto di Europa, nostra Casa Comune. Una politica che ha perso rappresentatività quando viene percepito che la Finanza condiziona e determina certe scelte politiche. Allora che senso ha parlare di Bipolarismo anziché Tripolarismo, destra contro sinistra, conservatori contro progressisti, quando tutto si mescola e si confonde, quando i principi, i valori, le ideologie degli uni e degli altri sono percepiti, e/o peggio, risultano asserviti e subordinati alle scelte finanziarie? Renzi è stato pronto ad interpretare questa nuova realtà. Non ha avuto alcuna esitazione ad abolire l’articolo 18, fare il patto del Nazareno, spalmare contributi a pioggia, nel solco della narrazione credibile finalizzata a raccogliere consensi sia da destra che da sinistra, ormai tutti svincolati dalla coerenza di tutelare principi, valori e riferimenti ideologici.
E nel solco di questa nuova realtà, in Francia, Macron è stato altrettanto pronto a realizzare in brevissimo tempo un partito deideologizzato: en marche!
Il problema per le prossime generazioni è comprendere “Verso Dove” sino a quando il futuro della Democrazia e della Coesione sociale in Europa continuerà ad essere insediato da guerre, dalla emergenza immigrati, dal terrorismo, dalla personale incolumità, dalla legittima difesa, dalla evasione fiscale, dalla delocalizzazione delle attività produttive nei paesi in via di sviluppo, dalla dilagante disoccupazione che uccide l’idea di un futuro sereno.
Forse per questo, sono poco interessato al nuovo film di Walter Veltroni: Indizi di felicità.
Avrei preferito che qualcuno si facesse carico di educare le nuove generazioni ad un diverso approccio culturale in rapporto con la realtà. Utilizzare il Discernimento per tentare di immaginare il futuro su basi pragmatiche: il divenire di ciascuno, distinto e separato dalla narrazione di una realtà credibile ed immutabile.
ACCIAIERIA JINDAL:
SECONDA NARRAZIONE CREDIBILE?
Premesso senso di responsabilità finalizzato a non esasperare le criticità esistenziali non solo di chi ha perso lavoro, ma di una intera Città, inquieta perché da troppo tempo vive in uno stato di incertezza, offro una personale riflessione nel solco della precedente Lettera del 29 ottobre 2015:
ACCIAIERIA CEVITAL: UNA NARRAZIONE CREDIBILE? ( Vedi www.dirittovitadignitosa.it alla voce “ CRISI SIDERURGICA”). Sappiamo tutti come è andata a finire.
Il Progetto della nuova e moderna Acciaieria Jindal, pur restando una questione complessa, viene proposto da un Gruppo Industriale di riconosciuta e specifica competenza.
Ma non illudiamoci che il Sig. Jindal sia Persona fisica e simbolica capace di restituire alla Città di Piombino una Continuità Siderurgica immutabile ed impermeabile alla devastante Crisi Globale.
Si eviti di dare per scontato la Concreta Attuazione del Progetto Industriale contando sul fatto che il Governo, i Sindacati, la Regione e l’Amministrazione Comunale hanno dato il loro consenso all’Accordo di transizione tra Cevital / Issad Rebrab e Jindal / Sajjam Jindal. Non fingiamo di ignorare che le Criticità sociali del nostro territorio, non hanno consentito di sederci al tavolo delle trattative con pari dignità rispetto a chi veniva ad offrirci una opportunità. Non fingiamo di ignorare che sono state accettate condizioni certe e penalizzanti per i singoli lavoratori senza adeguata contropartita.
Questa premessa è finalizzata a spazzar via ogni inutile divisione tra il prevalente ottimismo dei più, (incontro al Metropolitan) contrapposto al pessimismo di una esigua minoranza. Per una questione di Buon Senso viene consigliata prudenza nell’ottimismo di tornare a “Colare Acciaio”.
Gli Ottimisti come i Pessimisti hanno uno stesso comune denominatore: Confrontarsi con una complessità di Variabili Indipendenti che in questo momento è impossibile per chiunque catalogare e definire con CERTEZZA. Senza entrare nello specifico, ne consegue che i tempi di Ammortamento dell’investimento ipotizzato, circa un miliardo di euro, non sono al momento certi perché condizionati da una complessità di variabili al momento non definibili con Certezza. Lascio a chi di competenza ed agli amici di Articolo 1 + Camping CIG, l’analisi critica degli accordi sottoscritti. Per dire che segnali inquietanti di questa complessa questione non mancano. La strada da percorrere è molto lunga ed insidiosa. Non si sottovaluti la questione finanziaria delle Banche né la tipologia dei nuovi lavori quali l’automazione ecc. che cambia in modo rapidissimo la competenza professionale del lavoratore. Dobbiamo accettare che questo Progetto Siderurgico ipotizzato da Jindal, va calato nelle dinamiche della Globalizzazione. Va rapportato cioè a sistemi innovativi, aperti, dinamici, pragmatici che basano le loro valutazioni le loro convenienze, le loro proiezioni e gli ingenti investimenti economici sulla base di lunghi studi ed approfondite analisi di mercato.
Sulla base di queste considerazioni il Gruppo Jindal ha precisato che futuri e specifici investimenti da spalmare nel corso di anni sono subordinati ai risultati di uno STUDIO DI FATTIBILITA’ da concludersi entro la fine del 2019. Personalmente non ho idea di quali siano le Vere Ragioni, le Vere Opportunità, le Vere Convenienze che hanno determinato la scelta di Jindal di acquisire Cevital. Per questo mi affido al Buon Senso, avendo presente che questa vicenda va inquadrata in un contesto che trascende la realtà del nostro territorio ( vedi www.dirittovitadignitosa.it, alla voce Crisi Siderurgica “Il Discernimento”) e si colloca nella complessità delle Transazioni Industriali degli anni a venire purtroppo ancora governate e condizionate dalle logiche della Globalizzazione. Ne consegue l’esigenza di una strategia nazionale che aiuti ad accompagnare queste transizioni combattendo le Delocalizzazioni non solo Impiantistiche ma anche Produttive, come nel caso Lucchini. Aveva compreso, trenta anni fa, che in Italia l’investimento nella Siderurgia non era più un investimento per lui conveniente. Per questo preferì investire in Polonia.
Concludo ritenendo che stiamo subendo i danni della Globalizzazione correlati con l’inefficacia di una certa politica che non ha saputo correggere le ineguaglianze dell’Economia Globale.
Alberto Guerrieri
Piombino 28 agosto 2018
Confronto sulla siderurgia:
LIBERE RIFLESSIONI
Alberto Guerrieri
PIOMBINO 10 maggio 2019. Speso un fiume di parole. Nessun fatto concreto per quanto concerne la nuova e moderna Acciaieria Jindal! Chiunque abbia partecipato a questa iniziativa nella speranza di cogliere una qualche certezza, ha provato una imbarazzante delusione. Soprattutto chi vi ha partecipato avendo ben chiara l’inquietudine dell’intera Città. Inquietudine determinata da un passaggio imprevisto, quanto traumatico: il passaggio da una serena convivenza di una comunità di lavoratori alla perdita di Dignità propria di ogni lavoratore. Il sentirsi ed essere percepito integralmente come individuo Precario. Inquietudine derivante anche dall’incertezza di chi non si sente più protetto né dal suo sindacato, né dalla politica. Un’esperienza amara, vissuta direttamente sino a comprendere di essere impotente contro la mondializzazione dei mercati con la percezione di un fallimento politico, sindacale, sociale, in relazione al tema del Lavoro. Inquietudine per non sentirsi più “Tutti insieme lavoratori” e drammaticamente consapevoli di non poter incidere su un futuro che a breve finirà per coinvolgere quella che fu una serena convivenza. La suggestione di essere impermeabili a tutto ciò che accadeva intorno a noi. In ritardo è stato compreso che Tutti, comprese le nuove generazioni, ne subiremo le conseguenze.
E’ questa diffusa inquietudine che mi ha sollecitato ad essere presente: cogliere qualche certezza da cui ripartire. Mi aspettavo che chi di competenza, il Dr. Fausto Azzi, nella qualità di Amministratore Delegato di Aferpi, persona autorevole per aver vissuto nel corso di ben 7 anni le vicissitudini della Crisi Siderurgica di Piombino, offrisse ai presenti spunti di riflessioni. Magari iniziando a definire il contesto, la realtà con la quale dovremo confrontarci nei prossimi 10 anni. Mi riferisco alle prospettive della Siderurgia Italiana sino al 2030. Rapportata cioé alla previsione di un incremento della Produzione Mondiale di acciaio stimato in 500 milioni di tonnellate annue, delle quali il 90%, pari a 450 milioni di tonnellate annue di acciaio, prodotte dai Paesi in via di sviluppo. Mi aspettavo che il Dr. Azzi, facesse riferimento che a causa di questo drammatico scenario, ben 18 Paesi europei, hanno contestato il riconoscimento dello Status di economia di mercato alla Cina, non fosse altro perché a fronte di un Miliardo e 14 Milioni di tonnellate annue prodotte dalla Cina, parte di questa enorme produzione é stata catapultata sui mercati europei a prezzi stracciati.
Pur non volendo polemizzare, “esprimo umana comprensione” a tutti i candidati sindaci quando sono stati invitati dal Dr. Azzi a riferire cosa pensa di fare per la realizzazione del Progetto Jindal, quando il più votato di loro, sarà eletto nuovo Sindaco di Piombino.
UNO PSICOLOGO PER PIOMBINO
Grazie a tutti, ma proprio a tutti, per la comprensione ed il sostegno offerto all’idea di uno Psicologo per Piombino, finalizzata a raccontare, analizzare le sofferenze, le aspettative della Città, vissute, lette e interpretate dal suo interno e non raccontate da altri.
L’obiettivo di questa idea risiede nel tentativo di garantire indipendenza da qualsiasi ingerenza o condizionamento politico, sociale o di qualsiasi altra natura.
Non era scontato che tutto questo fosse Compreso, Sostenuto, Apprezzato...
Perdita Identità Siderurgica
La storia insegna che in particolari condizioni di sofferenza, si pensi all’esperienza dei Lager, la Psicologia torna utile per la comprensione di ciò che è stato per definire poi, un futuro degno di essere vissuto. E’ nata cosi’ l’idea di proporre un tema pruriginoso: Uno Psicologo per Piombino.
Una missione difficile per chiunque non considerasse nel primo approccio, che ci troviamo di fronte ad una Città devastata, ancor prima che dalla Pandemia , dalla perdita di una Secolare Identità Siderurgica.
Quel senso di appartenenza, l’orgoglio di una identità che viene da lontano, dagli Etruschi, dalle scorie di ferro sparse ovunque a Baratti…
La prima percezione è quella di una Identità Siderurgica sottratta piano, piano a questa Comunità come da un Baro nel gioco delle carte. Oggi recepita come un vero e proprio Scippo.
Tutto ha avuto inizio nei primi anni 1980.
Arrivò a Piombino uno che non barava affatto: l’Ing. Walker. Aveva una precisa missione affidatagli dall’allora Presidente del Consiglio On.Romano Prodi.
In men che si pensasse l’ing. Walker attraverso il Prepensionamento ridusse l’organico dello Stabilimento di Piombino da 7.200 ca. a 2.500 ca. dipendenti.
Era questo l’obiettivo della sua nobile missione, quale necessario presupposto per cedere lo Stabilimento Siderurgico all’ Ing. Lucchini, ex Presidente di Confindustria.
Il resto lo conosciamo bene.
L’Ing. Lucchini anziché investire nello Stabilimento SCIPPATO alla Comunità, preferì delocalizzare la produzione in Polonia, dove la mano d’opera garantiva maggior profitto. Evidentemente aveva una visione più chiara degli effetti della Globalizzazione che già si espandeva nel mondo.
Ad uno Psicologo che avesse vissuto questa esperienza, non sarebbe sfuggito il fatto che il danno, oltre lo Scippo dello Stabilimento, è aggravato dalla circostanza che chi era preposto a governarci ha continuato a farlo come se noi vivessimo o fossimo destinati a vivere in un’ Oasi impermeabile a tutto ciò che avveniva intorno a noi.
Ma affrontare questo tema equivale ad analizzare il fallimento del Sistema politico, economico, massonico, sindacale, sociale e religioso di un’intera Comunità narrata da un’informazione locale non sufficientemente critica nei confronti di chi era preposto a governare.
Ho piena consapevolezza di quanto sia pericoloso...
Basti pensare alla reazione quando un giornale di tiratura nazionale, IL SOLE 24 Ore, ha appioppato l’epiteto di Podestà al nostro Sindaco Gianni Anselmi, per evidenziare le carenze ed i difetti di un Sistema di Governo affidate ad un Uomo Solo !
Difetto di una Comunità, non del Sindaco, dovrebbe precisare lo Psicologo.
Nel senso che questo tipo di gestione era nota ed accettata da tutti; Opposizioni comprese.
Con questo spirito, con questa consapevolezza, continuerò a stimolare riflessioni per evidenziare quanto dobbiamo essere legati a questa che fu una meravigliosa Città.
Negli anni 1953, con la crisi dello Stabilimento La Magona d’ Italia, i Genitori della mia generazione, ci hanno regalato la Gioia di vivere concretamente la Solidarietà con chi era stato licenziato: dove si mangia in quattro, si può dividere in sei, esclamò mio padre, accogliendo tra noi i figli di un suo amico...
Storytelling: trappola narrazione credibile
Premetto che l’iniziativa di proporre “Uno Psicologo per Piombino” non è stata da tutti gradita.
Conforta il fatto che finirà per danneggiare unicamente me stesso, ma non altri.
Che piaccia o no, giunto alla mia veneranda età, non riesco più a sopportare certe cose che altri evitano di mettere in discussione. Vuoi per una questione di scarso interesse o perché cadono nella trappola delle Narrazioni Credibili.
Per gli esseri umani, la Narrazione Credibile è un’esigenza esistenziale. E’ qualcosa di irrinunciabile, non fosse altro per immaginare una vita migliore. Il limite di ogni Narrazione Credibile consiste nel fatto che non sono riferiti fatti concreti e verificabili tali, ma una serie di eventi possibili che devono verificarsi in futuro.
Nel frattempo la Gente vive in uno stato positivo di speranza.
Questo atteggiamento psicologico è noto ai politici. Per questo non esitano a proporre le loro Storytelling: l’arte di raccontare storie, utilizzata come strategia di comunicazione persuasiva.
Come difenderci ? Con un ragionevole Dubbio, frutto di una riflessione, finalizzata a mettere in discussione ciò che ci viene narrato. Ma in certi casi, l’analisi su determinate questioni è oggettivamente difficile. Nel campo della Crisi Siderurgica di Piombino, privi di un adeguato supporto di competenze professionali, impossibile persino formulare dubbi.
Nel solco di questo ragionamento, in epoca non sospetta, il 29 ottobre 2015, proposi una riflessione critica: Acciaieria Cevital: una narrazione credibile ?
L’obiettivo era quello di contenere, ridimensionare il diffuso entusiasmo, il diffuso ottimismo per l’avvenuta acquisizione dello Stabilimento Siderurgico Lucchini da parte del magnate algerino Issad Rebrab.
E’ la prima riflessione pubblicata nel Capitolo 5 / Crisi Siderurgica di Piombino facente parte della pubblicazione in corso degli INVISIBILI .
Significativo il fatto che nessuna delle riflessioni contenute nel suddetto Capitolo 5, sia stata ritenuta degna di essere pubblicata o menzionata dall’informazione locale.
Nessuna visibilità, nessun commento. E per “ par condicio “ nessuna visibilità, nessun commento alla pubblicazione in corso degli INVISIBILI .
E’ interessante, in chiave psicologica, questo passaggio. Senza volerlo mi venni a trovare in aperta contrapposizione con il messaggio che l’Amministrazione di Piombino stava proponendo:
“….finalmente, dopo tanto soffrire, si è trovata soluzione alla Crisi Siderurgica di Piombino, restituendo dignità ai Dipendenti, fiducia e stima al Governo della Città ed al Governatore della Toscana Enrico Rossi che tanto si erano impegnati per questa soluzione”.
Tutti felici, tranne quel maledetto “GUFO”.
Tipica espressione per definire una Persona dissidente che argomenta concreti Dubbi rispetto a ciò che una diffusa maggioranza condivide.
Il Sistema politico percepisce chi Dissente, come un problema da rimuovere.
Reagisce: isola, attacca e neutralizza chi dissente. Una sperimentata tecnica psicologica per intimorire e far desistere. In questo contesto la posta in gioco era troppo alta. Dispendio di troppe energie, troppa fatica per recuperare fiducia e consenso. Intollerabile vedere tutto questo messo in discussione. Il Sistema politico si è trovato nella necessità di blindare, mettere in sicurezza questo presunto successo: aver fissato le premesse per un’ Oasi di prosperità.
Ed in men che si pensasse in data 15 aprile 2016, fu celebrato a Venturina Terme, il MERCI’ all’algerino Issad Rebrab premiato da Costa Etrusca come “ Uomo dell’anno”.
Mi fermo qui perché non è semplice esprimere personale dissenso nel contesto di oggettive criticità economiche di un’intera Comunità. Spero di averlo fatto nel rispetto della delicatezza dei temi trattati.
Marcello D’Orta: Io speriamo che me la cavo
Fallito il Progetto dell’algerino Rebrab, dopo quattro anni di incertezza lavorativa arriva a Piombino il magnate indiano Jindal. Il suo Gruppo è il terzo al mondo nella produzione di acciaio.
In data 31 luglio 2018, il Sig. Jindal organizza con i dipendenti un incontro al teatro Metropolitan di Piombino.
Nessuna esitazione nell’affrontare il tema della Continuità Siderurgica:
...vi garantisco che Piombino sarà uno dei più importanti siti di produzione acciaio in Europa
In Città prevale l’ottimismo contrapposto al pessimismo di una minoranza insoddisfatta da come è stato gestito il Progetto Rebrab. Il famoso MERCI’ di Venturina con un importante premio di Costa Etrusca al Sig. Rebrab, nominato L’uomo dell’anno !!!
Chiunque affronti un’analisi sociale pur a fronte di una minoranza che la pensa in un modo contrapposto ad una maggioranza,deve tenere nel massimo rispetto le diverse e contrapposte valutazioni.
Ho cosi’ pensato prima di affrontare il caso Jindal, di analizzare fatti concreti che hanno preceduto la Crisi Siderurgica, lasciando ad altri le dovute riflessioni.
L’occasione è nata quando mi è capitato tra le mani un libro che considero un capolavoro: autore un collega, il maestro Marcello D’Orta: Io speriamo che me la cavo.
Una stupenda raccolta di 60 temi sgrammaticati , scritti nel 1990 dai bambini di Arzano, un paese vicino a Napoli. Credo che da questa pubblicazione sia nato un film nella percezione di una realtà trasmessa dai genitori nel D.N.A. di questi bambini.
Nascono e sopravvivono nella percezione di una vita di miseria, di mancanza di lavoro, una vita che per loro sarà difficile per la necessità di doversi in qualche modo arrangiare per sopravvivere, per Tirà a campà ! Ad Arzano i bambini nascono e crescono con questa insicurezza esistenziale.
Ho pensato che nessun Psicologo che non fosse nato e vissuto a Napoli sarebbe all’altezza di una pubblicazione sociologica così vera.
Ma questa percezione Io speriamo che me la cavo, vissuta nel 1990 da quei bambini di Arzano, che piaccia o no, piano piano dal profondo Sud è immigrata al Nord.
Oggi è vissuta anche nella nostra amatissima Piombino.
Da tempo vivo questa percezione negativa. Una ragionevole paura determinata da questa devastante e persistente crisi Globale di natura economica, politica e sociale, alla quale si è sovrapposta questa drammatica Pandemia. Temo che finisca per emarginare i più deboli, dividendo la società tra il continente di chi ce la fa diviso e separato dal continente di chi non ce la fa.
E’ nata così l’idea di riferire questa drammatica esperienza condividendola con quella dei miei concittadini.
Spiegare quanto sia doloroso prendere consapevolezza che quelle certezze che prima hai vissuto sono come volate via di fronte al Corona Virus. Ti crolla il mondo addosso perchè ti accorgi di aver vissuto come dentro ad uno spazio ben definito un’Oasi che ritenevi sicura mentre ora non lo è. Forse non lo sarà più.
Trent’anni fa quando quei bambini napoletani esprimevano le loro insicurezze esistenziali Io speriamo che me la cavo, a Piombino nel 1990 erano in corso i Prepensionamenti. Arrivati alla soglia di 50 anni, ai dipendenti dello Stabilimento Siderurgico veniva offerto uno Sbruffo, si diceva così, un incentivo economico purché se ne andassero felici e contenti.
In quel periodo una ricerca Sociologica organizzata dalla Regione toscana e presentata a Piombino presso Palazzo Appiani, concludeva che anche in questa Città, le persone anziane e nello specifico
“...i Prepensionati, tutto sommato, sono felici.”
Ribelli si è dalla nascita o non lo saremo mai. Contestai le conclusioni della ricerca sociologica con una semplice domanda: Perchè dovrei essere felice quando dalla cronaca nazionale di oggi, si apprende che un gruppo di disoccupati ha occupato il Municipio di Napoli ?
Io non sono felice. Sono preoccupato per ciò che accade intorno a noi senza che nessuno se ne preoccupi.
Sedeva a fianco a me, l’ex Sindaco, Onorevole Polidori. Lo avessi mai fatto: altri si alzarono imprecando anch’io non sono felice e così via ciascuno motivando le proprie ragioni.
Perchè ho riferito questo fatto così lontano nel tempo? Almeno per due ragioni:
evidenziare che la Crisi Siderurgica in Italia era già diffusa, percepita e sofferta nel lontano 1980.
Provo tenerezza nei confronti di quanti oggi nella mia Città fanno a gara per dire: noi siamo stati i primi a dirlo; già nel 2013…
Abbiate il buon senso di tacere….
Il secondo motivo, per evidenziare che spesso riceviamo dei condizionamenti molto forti. Ci propongono idee, concetti che si propagano da individuo ad individuo e ciascuno assorbe questi concetti queste idee, come una realtà, a meno che qualcuno, un Gufo, contesti e metta in discussione la narrazione di quanto proposto. Chi governa spesso conta sul fatto che la nostra identità, ciò che pensiamo o che finiamo per credere, sia il frutto della narrazione altrui. Per questo difficilmente siamo stimolati ad una riflessione autocritica, a maturare le nostre convinzioni attraverso la lettura dei Fatti Concreti e verificabili tali. Qualcuno in determinate circostanze, per convenienza od altro ti riferisce la sua narrazione dei fatti. Precisa ciò che per lui è giusto e vero, distinto e separato da ciò che per lui non è né chiaro, né giusto. Si conta sul fatto che chi riceve il messaggio non sia culturalmente o per esperienza sufficientemente attrezzato.
Chi non dispone di una diversa interpretazione della realtà, privato di qualsiasi diversa interpretazione, finisce per pensare che quella narrazione sia giusta e vera.
Nascono così i MEMI !
Che piaccia o no, a Piombino, in quegli anni, abbiamo convissuto in condizioni alleggerite dalle preoccupazioni. Una condizione tutto sommato Felice. Non avvertire particolari problemi, vivere tutti insieme questa diffusa serenità che ciascuno di noi desiderava , lontano dalle criticità esistenziali degli altri.
Che piaccia o no dobbiamo riconoscere questi errori. Dobbiamo riconoscere che nel corso di questi ultimi quaranta anni, nessuno si è preso carico di analizzare la Globalizzazione in rapporto alle criticità che avrebbero coinvolto lo Stabilimento Siderurgico di Piombino e di conseguenza l’intera Comunità che dallo Stabilimento traeva benessere e tranquillità.
Così, dopo il fallimento del Progetto Rebrab, in data 31 luglio 2018, il Sig.Jindal , incontra a Piombino presso il teatro Metropolitan, i dipendenti.
Samuel Beckett: En attendant Godot (Aspettando Jindal)
La questione Jindal per la nostra comunità è un passaggio delicatissimo e vitale. Condizionerà il futuro delle nuove generazioni.
Ad oggi non si conoscono le decisioni del Governo Conte per quanto riguarda finanziamenti destinati alla Crisi Siderurgica che stiamo vivendo.
Il Governo sembra orientato per un intervento pubblico a favore dell’ex Ilva di Taranto ( La Repubblica del 3 luglio 2020 / ... in fase di conversione alla Camera un emendamento per Invitalia di utilizzare 470 milioni di euro da investire nell’industria del Sud ).
Nel frattempo, il Sig. Jindal, contrariamente agli impegni assunti, non ha ancora presentato l’atteso Progetto Siderurgico per Piombino.
In questo tempo indefinito, nell’attesa che accada qualcosa , nessuno sembra incidere concretamente né sul generico atteggiamento del Governo, né sul vago impegno Jindal, con la conseguenza che a partire dal 30 luglio 2018, incontro al Metropolitan, nessuno dispone di uno straccio di Progetto Siderurgico per Piombino su cui discutere e riflettere.
Così in questo contesto surreale, si subisce il fatto di accettare che non esista più un legame tra gli impegni assunti, tra le parole ed i fatti che ne dovrebbero conseguire.
Come è possibile che persone dotate di buon senso, comuni cittadini, negozianti, imprenditori, insegnati e soprattutto chi di competenza non percepisca che da troppi anni subiamo una Narrazione Credibile finalizzata a garantire , nell’apparenza, di essere di imminente realizzazione, ma che nella realtà non accade mai anche in conseguenza del fatto che tra i molti che l’attendono, una gran parte non fa nulla affinchè questa evenienza si realizzi.
Non è spiegabile questa diffusa apatia .
E’ paradossale questa infinita mancanza di azione, di lotta, contro questa assurda attesa. Ormai in molti viviamo tutto questo con disgusto e rabbia.
Come se tutti noi fossimo inconsapevolmente gli attori dell’Opera teatrale di Samuel Beckett:
En attendant Godot : aspettando Godot
Un dramma psicologico associato al cosiddetto teatro dell’Assurdo, costruito intorno alle condizioni psicologiche dell’attesa. Senza sapere chi si attende e sino a quando.
Siamo nell’ottobre del 1948. L’opera fu rappresentata per la prima volta nel 1953 a Parigi, nel Teatro di Babylone. E’ un testo famosissimo, sicuramente tra i più noti del teatro del novecento.
Due personaggi dei quali non si ha la minima conoscenza, Vladimir e Estragon, aspettano l’arrivo di un terzo, di nome Godot, che però non arriverà mai.
Tutto è vago. Non sappiamo chi siano questi due personaggi, dove si trovino, chi sia questo Godot.
Nel primo atto, di notte, sotto un albero, illuminati da una luna piena, Vladimir ed Estragon attendono due sconosciuti personaggi. Questi comunicano a Vladimir ed Estragon che Godot non riuscirà ad arrivare, ma che verrà senz’altro il giorno successivo. Stessa ora e stesso posto !
Nel secondo atto, il giorno successivo appare un altro personaggio. Un ragazzo comunica a Vladimir ed Estragon, ancora una volta, che Godot non riesce a venire ma verrà senz’altro domani.
E’ questa mancanza d’azione che rappresenta il teatro dell’assurdo, per evidenziare quanto sia inutile stare fermi nell’attesa che succeda qualcosa.
Sembra una sceneggiatura riferita a ciò che stiamo vivendo: La Crisi Siderurgica di Piombino.
Questa idea mi gira per la testa da anni. Cambia il contesto, ma non l’assurdità dell’attesa. Come se Samuel Beckett avesse abbandonato il Vago per definire una precisa didascalia. Il dramma non è più ambientato sotto un albero, in una notte di luna piena, ma nella nostra civilissima Piombino.
Vladimir ed Estragon siamo tutti noi !! L’intera Comunità alla quale Beckett sorridendo proporrà i tre Personaggi ai quali affida il messaggio di Godot : questa sera non riesce a venire ma senz’altro verrà domani.
Chi sono i tre personaggi ?
Li conosciamo benissimo tutti a partire dall’ultimo che ci fu presentato al Metropolitan il 30 luglio 2018: il Sig. Sajjam Jindal…
Mistero Buffo: La Crisi Siderurgica di Piombino lunga quarant’anni
Un Mistero Buffo: da tempo circola sotto traccia il ragionevole sospetto che lo Stabilimento Siderurgico di Piombino, già negli anni ‘80, fosse ormai considerato un vuoto a perdere.
Necessaria una sapiente Gestione Fallimentare, capace di prevenire ed evitare ciò che accadde nel 1953, durante la Crisi Siderurgica della Magona d’Italia.
Gli operai occuparono la Fabbrica e la Città di Piombino, tutta, insorse a sostegno di questa lotta nonostante il Governo Scelba ed i manganelli facili della Celere.
Se cosi’ fosse non vi è dubbio alcuno che questa Gestione Fallimentare sia stata programmata e guidata negli anni successivi, con certosina precisione: piano, piano, con gradualità, secondo un preciso Spartito Preconfezionato.
Oggi però, la posta in gioco è altissima: a Piombino non si colerà più acciaio ?
Certamente questo problema se lo sarà posto l’attuale Sindaco, Avv. Francesco Ferrari insieme con le precedenti Amministrazioni succedutesi a partire dagli anni ‘80, quando iniziarono i prepensionamenti. In quegli anni, il nostro giovane Sindaco, portava i calzoncini corti.
La prima coincidenza, nel solco di questo ragionevole sospetto, va ricercata nel fatto che proprio negli anni ‘80 e ‘90 furono imposte Privatizzazioni e Cambiamenti finalizzati ad ottenere maggiore Flessibilità, Riduzione Salari ecc.
Le conseguenze sono note: incremento della Precarietà e della Disoccupazione.
Una Storia lunga 40 anni di Sospetti, Coincidenze, Indizi, Narrazioni Credibili, che hanno prodotto però una Prova Certa, avrebbe detto Agatha Christie: in data 24 aprile 2014 viene fermato L’Altoforno con l’inevitabile chiusura dell’acciaieria. Restano in vita tre impianti di laminazione:
Rotaie, Barre, Vergella.
A suo tempo ho espresso personali riflessioni contenute sulla “Crisi Siderurgica di Piombino” consultabile sul Sito:
www.dirittovitadignitosa.it .
Se trovate un po' di tempo consiglio di prenderne visione.
Spiega che lo Stato attraverso i prepensionamenti si assumeva l’onere di una Ristrutturazione Siderurgica Nazionale nella previsione al 2030, del Mercato Siderurgico Globale: attribuire il 90 % della Produzione Siderurgica Mondiale, stimata in 500 milioni di tonnellate anno, ai Paesi in via di sviluppo, non all’Italia.
Come se non fosse sufficiente la riflessione che la Cina, prevedendo entro il 2030, di ridurre 145 Milioni di tonnella anno, l’80 % da ciclo Integrale, questa contrazione rende poco probabile la convenienza di investire oltre un Miliardo di euro nel settore siderurgico, proprio qui a Piombino.
Questa storia merita di essere raccontata bene senza trascurare i numerosi Indizi rapportati a precisi passaggi che hanno determinato lo spegnimento dell’Altoforno con la drammatica percezione della perdita di una Secolare Identità Siderurgica .
Uno Scippo del quale la Comunità ha preso consapevolezza solo a cose avvenute, per non aver considerato e messo in fila Fatti concreti e non aver colto Indizi concreti.
A Torino, presso la Società Fiat, vengo introdotto dal Dr. Michele Ivaldi, Capo Servizio del Controllo Qualità dello Stabilimento Siderurgico di Piombino, in una piccola stanza scarsamente illuminata. Una vecchia scrivania stracolma di carte. Un ufficio in apparenza insignificante.
Improvvisamente irrompe un signore ben distinto che ignorando qualsiasi formalità si rivolge direttamente al Dr. Ivaldi con un tono ed un fare che non lasciava dubbi sulla sua autorevolezza:
Dr. Ivaldi, per il prossimo incontro, oltre l’andamento qualitativo della produzione Altoforno, Acciaieria e Laminazione, mi necessitano gli Organici del Controllo Qualità suddivisi nei vari settori, competenze, livelli e retribuzioni, in modo da fare una correlazione diretta tra costo, efficienza ed obiettivi raggiunti.
In questa circostanza mi fu presentato l’Ing. Walker , molto tempo prima del suo arrivo a Piombino.
Perchè ho riferito questo incontro ?
Per farvi riflettere sul fatto che quando l’Ing. Walker venne a Piombino aveva le idee chiare circa la Nobile Missione che gli era stata conferita dall’allora Presidente del Consiglio, Romano Prodi.
Un pacchettino preconfezionato consistente nel cedere al Dr. Lucchini, ex Presidente Confindustria, lo Stabilimento Siderurgico di Piombino, ad un costo irrisorio, e soltanto dopo aver ridotto, attraverso i prepensionamenti, l’organico complessivo da ca. 7.880 unità a ca. 2.500 unità.
Mi fermo qui perché questa storia va raccontata e analizzata molto bene.
Mi impegno a riferire Strategie Sociali asservite a far accettare Decisioni Impopolari come un Destino doloroso, ma necessario.
Piombino: la Città degli Ingannati ?
Decidete Voi, anche se, a pensarci bene, è una domanda pruriginosa perché, in caso affermativo, il messaggio conseguente sarebbe quello di appartenere ad una Comunità di “ Creduloni”.”.
Due Psicologi, Jeffrey Kottler e John Carlson da tempo sostengono che ingannare gli altri, anche i più esperti, è più facile di quanto si pensi.
L’Evoluzione ci ha dotati di una sorta di “Pregiudizio positivo” che ci spinge a prendere quasi tutto per vero. Un paziente dopo aver narrato la vita ad una Psicologa, iniziò a ridere. Si giustificò affermando: ho mentito su tutto”.
Nel solco di questo “Pregiudizio positivo” il Premio Nobel Mario Vargas LIosa elabora la teoria della Storytelling; una sorta di Menzogna sotto la veste di “Narrazione Credibile”. Sostiene che questa Narrazione, per l’essere umano, è irrinunciabile. Non fosse altro per sperare in un futuro migliore. Impossibile immaginare un mondo senza finzione.
Ma non è questo il punto.
La riflessione che propongo, va oltre il “Pregiudizio positivo”; attiene la teoria di Timothy Levine, Docente di Psicologia all’Università dell’Alabama, autore di Duped ( Ingannati ).
Levine condivide il “Pregiudizio positivo”, che ci spinge a prendere quasi tutto per vero e ci rende, facili prede, del bugiardo di turno, ma considera questa “Umana Ingenuità Evolutiva”, come una necessità essenziale e preziosa: Serve a tenere in piedi la Società.
Per comprendere quanto sia sconcertante, ed al tempo stesso concreta e attuale, la teoria di Levine, si pensi a cosa potrebbe accadere in Italia, se gli italiani, anziché accordare per il 65 % la fiducia a Draghi, temessero un inganno. Se gli italiani considerassero “ Bugie”, l’impegno di garantire a tutti i necessari vaccini, di sostenere economicamente chi ha perso lavoro, di garantire funzionalità e sicurezza nei trasporti, nella scuola, sostenere i più deboli e bisognosi e quant’altro ancora.
Nella percezione di non sentirsi compresi e tutelati, per tutti, in Italia, la Vita diverrebbe un Inferno. Nessuno riuscirebbe a cooperare, a negoziare, a trovare collaborazione. Nessuno riuscirebbe a prevenire ed evitare il crollo dell’economia, la ribellione della Gente e la conseguente Disgregazione Sociale.
Quindi per Levine, in un certo senso, l’effetto prodotto dalle Narrazioni Credibili nient’altro è che una sorta di “Ammortizzatore psicologico”, il “Prezzo” che vale pagare nel credere a ciò che ci viene detto, per garantire la “ Coesione Sociale” e “Tenere in piedi la Società”.
Levine pone però un limite alla divulgazione e credibilità delle “Narrazioni Credibili”: l’assunto “Truth-Default Theory” : il Campanello d’allarme, un ragionevole Dubbio sulla coerenza o meno delle cose che ci vengono dette.
Impressionante sintonia tra l’assunto di Levine e la Regola seguita dai Padri Gesuiti: Il Discernimento. Regola secondo la quale le valutazioni si basano su “Fatti Concreti e verificabili Tali, da tutti” Ho già riferito come attraverso il Discernimento Papa Francesco non abbia avuto alcun Dubbio nel criticare gli effetti negativi della Globalizzazione: la disoccupazione, l’angoscia delle nuove generazioni private di un futuro certo ed il conseguente dilagare dell’Individualismo: Si salvi chi può.
Mi fermo qui. ‘E chiaro che per rispondere alla domanda : Piombino, la Città degli Ingannati” ciascuno di noi, che piaccia o no, deve togliersi la maschera che ha offuscato la coscienza di fronte al Sistema Politico, Sociale, Massonico, Religioso e di una certa informazione non sufficientemente Critica nei confronti di chi ha governato questa città.
E chiedersi: perché per quasi un quarantennio non ha funzionato il Campanello d’Allarme di Levine, quel ragionevole Dubbio sulla coerenza delle cose che ci venivano dette in rapporto ai “Fatti Concreti” che abbiamo vissuto?
Una bella domanda che richiede una serena e lucida riflessione….